Caltanissetta: Anziano Muore alla Casa di Riposo Santa Chiara, Familiari Chiedono Verità
A Caltanissetta, il decesso di Claudio Volpe, 72 anni, ospite della casa di riposo “Santa Chiara”, ha sollevato interrogativi sulle sue condizioni durante la permanenza nella struttura. Ricoverato in ospedale il 30 dicembre e deceduto il 2 gennaio, il caso è ora al centro di una richiesta di indagine avanzata dai familiari, che vogliono chiarire se ci sia un legame tra la morte dell’uomo e i maltrattamenti documentati nella struttura.
La casa di riposo sotto sequestro
La casa di riposo “Santa Chiara” era già al centro delle cronache dopo il blitz dei carabinieri del 17 dicembre 2024, che aveva portato all’arresto di nove persone per maltrattamenti e sequestro di persona. Gli ospiti della struttura, molti dei quali non autosufficienti, erano vittime di gravi negligenze e comportamenti abusivi da parte del personale.
Le indagini avevano rivelato una gestione inadeguata, con anziani lasciati soli per ore, privati di cure essenziali, e in alcuni casi oggetto di maltrattamenti fisici e psicologici. La struttura è stata sequestrata e gli indagati sottoposti a misure cautelari.
La vicenda di Claudio Volpe
Claudio Volpe, 72 anni, era uno degli ospiti della casa di riposo. Affetto da diverse patologie e impossibilitato a muoversi autonomamente, aveva bisogno di assistenza costante per le sue necessità quotidiane.
Secondo quanto documentato dagli investigatori:
- L’anziano era spesso lasciato solo per ore, nonostante le sue richieste di aiuto.
- Anche una semplice richiesta, come un bicchiere d’acqua, rimaneva spesso ignorata.
I familiari di Volpe hanno dichiarato che queste gravi negligenze potrebbero aver aggravato il suo stato di salute, portandolo al ricovero e successivamente alla morte.
La richiesta di indagine
Il figlio dell’anziano, Michele Volpe, ha incaricato gli avvocati Giuseppe Dacquì e Ramona Dacquì di presentare una formale richiesta alla Procura della Repubblica di Caltanissetta per aprire un fascicolo sul decesso del padre.
L’obiettivo è chiarire:
- Se ci sia un nesso tra la morte del 72enne e i maltrattamenti subiti nella casa di riposo.
- Se il decesso possa essere stato causato da negligenze del personale nella gestione delle sue condizioni di salute.
La famiglia si costituirà parte civile nel processo penale già avviato contro gli ex gestori e dipendenti della struttura.
Gli arresti e le misure cautelari
Nel blitz del 17 dicembre, i carabinieri hanno arrestato e portato in carcere:
- Venera Alaimo, 63 anni.
- Pietro Castronovo, 44 anni.
- Gianluca Giuseppe Ciresi, 50 anni.
- Gaetano Marrocco, 51 anni.
- Agata Giovanna Salamone, 50 anni.
- Donatella Michela Salamone, 41 anni.
Tra questi, solo Gianluca Giuseppe Ciresi ha ottenuto una misura più lieve, passando agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, grazie alla richiesta del suo legale.
Altri tre indagati sono stati posti agli arresti domiciliari:
- Katia Dibenedetto, 48 anni.
- Marco Iacono, 38 anni.
- Noemi Tomasella, 25 anni.
Gli indagati sono assistiti da un team di avvocati, tra cui Rosario Didato, Sergio Iacona, Massimiliano Bellini, Marco Bellomo, Vincenzo Toscano, Boris Pastorello, Umberto Ilardo e Giovanni Annaloro.
Maltrattamenti e sequestro di persona
Le accuse mosse contro gli ex gestori e dipendenti della casa di riposo includono:
- Maltrattamenti fisici e psicologici: Gli anziani erano costretti a subire umiliazioni e privazioni.
- Sequestro di persona: Gli ospiti non autosufficienti venivano di fatto isolati, privati di cure essenziali.
- Negligenza sistematica: Mancava un’assistenza adeguata alle necessità degli ospiti, con gravi ripercussioni sulla loro salute.
Un caso emblematico di maltrattamenti agli anziani
Il caso di Claudio Volpe si inserisce in un quadro più ampio di violazioni nei confronti degli anziani in strutture di cura. Secondo i dati più recenti, in Italia sono in aumento i casi di maltrattamenti nelle case di riposo, spesso scoperti solo grazie a denunce anonime o controlli delle autorità.
Tra le principali criticità riscontrate:
- Mancanza di personale qualificato.
- Strutture sovraffollate e prive di risorse adeguate.
- Abusi fisici e psicologici che rimangono impuniti per anni.
L’importanza delle indagini
L’apertura di un fascicolo sulla morte di Claudio Volpe potrebbe rappresentare un passo cruciale per far luce sulle responsabilità della casa di riposo “Santa Chiara” e prevenire ulteriori tragedie.
La vicenda solleva interrogativi su:
- La supervisione delle strutture di cura: Come garantire controlli più frequenti ed efficaci.
- Il trattamento degli anziani non autosufficienti: Assicurarsi che ricevano cure dignitose e appropriate.
- Il ruolo delle famiglie: La necessità di segnalare immediatamente comportamenti sospetti o situazioni di disagio.
Un appello alla giustizia
La famiglia di Claudio Volpe, come altre che hanno subito simili tragedie, chiede giustizia per garantire che episodi di maltrattamenti e negligenza non si ripetano. Questo caso rappresenta un monito per tutti coloro che operano nel settore dell’assistenza agli anziani, sottolineando l’importanza di trattare ogni ospite con rispetto, umanità e professionalità.
La morte di Claudio Volpe e il sequestro della casa di riposo “Santa Chiara” mettono in evidenza la necessità di maggiore attenzione verso i diritti degli anziani, in particolare quelli più fragili.
È essenziale che le istituzioni, le forze dell’ordine e le famiglie lavorino insieme per prevenire abusi e garantire che le strutture di cura siano luoghi sicuri, in grado di offrire assistenza di qualità e rispetto per la dignità di ogni individuo.