La Polizia di Stato ha fermato due uomini di 35 e 23 anni accusati di essere i rapinatori di un imprenditore titolare di supermercati a Gela lo scorso 4 marzo. La polizia ha sequestrato anche una somma di denaro, probabilmente riconducibile alla refurtiva intascata dai due rapinatori. I due stavano pianificando la fuga all’estero. “L’attività d’indagine – dice la Questura nissena – snodatasi attraverso la sedimentazione di molteplici fonti di prova – queste caratterizzate da elementi acquisiti nel corso di attività di natura tecnica, rilievi di polizia scientifica ed analisi di alcuni sistemi di videosorveglianza – hanno consentito agli investigatori di adottare il provvedimento di fermo nei confronti dei due indagati, anche in considerazione del pericolo di fuga dei due”.
“Faccio i più sentiti complimenti ai poliziotti di Gela che, ancora una volta, hanno dimostrato alla città che la Polizia di Stato è presente e attiva nel contrasto alle consorterie criminali, come alla criminalità comune. Grazie al felice coordinamento delle indagini della Procura sono stati assicurati alla giustizia i pericolosi criminali, verosimilmente responsabili della rapina che, per le modalità di esecuzione, ha allarmato i commercianti e la popolazione di Gela. Ringrazio il Prefetto Chiara Armenia per le espressioni di stima e apprezzamento rivolte all’operato del Commissariato e raccomando a tutti coloro che hanno funzioni rappresentative nella società civile di non lasciarsi andare a valutazioni generiche e implicitamente ingenerose con chi ogni giorno, con serietà e impegno, fa tutto il possibile per garantire la sicurezza dei gelesi. Auspicabile sarebbe la stessa efficacia di azione da parte di tutti gli altri attori sociali”. Lo dice il questore di Caltanissetta Emanuele Ricifari dopo il fermo di due pregiudicati accusati di essere gli autori della rapina dello scorso 4 marzo ai danni di un imprenditore. Il questore fa anche riferimento alle polemiche sollevate dal presidente dell’associazione antiracket di Gela Salvino Legname che aveva detto che la rapina ai danni dell’imprenditori Nunzio Di Pietro (che fa parte dell’associazione) sarebbe stata una vendetta contro l’antiracket. Il questore aveva già smentito questa ipotesi.