Eni riavvia la bioraffineria Eni di Gela ed entro un paio di settimane la produzione di biocarburanti idrogenati Hvo sarà operativa. Operazioni al via oggi, dopo che le parti interne del forno danneggiate dall’evento avvenuto nel gennaio scorso sono state sostituite. Impianti riavviati con materie prime al 90% costituite da scarti e residui di lavorazione, tra cui quote di oli vegetali usati e di frittura e grassi animali. Entro la fine del 2022 anche la quota residuale, pari al 10%, di olio di palma certificato secondo le più stringenti normative internazionali verra’ eliminata.
La bioraffineria Eni di Gela è stata avviata nel 2019, ha una capacità autorizzata di 750 mila tonnellate/anno ed è tra i più innovativi impianti in Europa, a elevata flessibilità operativa. È infatti in grado di produrre biocarburante, bionafta e biogpl da materie prime che derivano totalmente da scarti della produzione alimentare e sottoprodotti legati alla lavorazione degli oli vegetali che altrimenti andrebbero a smaltimento, con aggravio dei costi per la comunità e impatto sull’ambiente.
Ulteriori investimenti sono programmati per avviare dal 2024 la produzione di 150mila tonnellate/anno di Eni Biojet, che conterrà il 100% di componente biogenica e potrà essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%. Nel maggio 2021 la bioraffineria di Gela ha ottenuto la certificazione ambientale Emas per il suo nuovo assetto industriale. La certificazione, che riguarda la produzione di carburanti da materie prime organiche, il trattamento e smaltimento dei rifiuti, la gestione delle reti fognarie e la raccolta trattamento e fornitura di acqua, conferma la qualità ambientale della bioraffineria e la validità del sistema di gestione adottato.
Il programma originario (consultabile sul sito Eni) prevede: lo smantellamento in dieci anni di tutte le aree in disuso del sito industriale e la loro restituzione a nuove funzioni, con una prima fase, nei prossimi tre anni, di demolizione degli impianti non più funzionali alle attività per la produzione di biocarburanti, in un’area totale di oltre venti ettari; la realizzazione di un progetto di decarbonizzazione del sito basato sull’applicazione di tecnologie innovative di proprietà Eni, con gli obiettivi di realizzare un processo integrato di cattura e riutilizzo dell’anidride carbonica, che sarà convertita in materiale cementizio e bio-olio, conseguendo una notevole riduzione delle emissioni di GHG dirette, e di promuovere un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale; si conferma la rimozione di rottami e manufatti presenti sul fondale lungo il pontile per una fascia di 500 metri per lato; la definizione di un progetto che preveda le modalità migliori per il recupero del canale per la raccolta delle acque di raffreddamento, anche attraverso piantumazione, e il suo successivo utilizzo; l’impegno da parte di Eni a realizzare una serie di interventi finalizzati alla piantumazione di specifiche specie arboree, atte a garantire la mitigazione del contributo di Co2 della produzione di biocarburanti.
Redazione – Caltanissetta Post